Guerra politica

Statua di Sun Tzu a Yurihama, Tottori, Giappone. Sun Tzu, (544 - 498 a.C.), stratega militare, scrisse un trattato sulla superiorità politica sulla base della guerra politica.

La guerra politica (nota anche col termine inglese di political warfare) è il termine con cui politicamente si intende il costringere degli oppositore a fare la propria volontà, basandosi su intenti ostili. Il termine politico descrive un'interazione calcolata tra un governo ed un pubblico target per includere il governo, l'esercito e/o la popolazione in generale di un dato governo. Un governo può utilizzare una gran varietà di tecniche per condurre azioni coercitive, talvolta riuscendo ad avere la meglio sul proprio oppositore. Le tecniche includono la propaganda e le operazioni psicologiche.[1]

La guerra politica punta per sua natura a indebolire o distruggere la volontà politica e sociale del paese oppositore ed a forzare il corso delle azioni. La guerra politica è combinata alla violenza, pressioni economiche, sovversione e diplomazia, ma il suo aspetto principale è "l'uso delle parole, delle immagini e delle idee".[2] La creazione, il dispiego e la continuità di questi metodi possono essere il sostituto dell'azione militare diretta.[3] Ad esempio, metodi come le sanzioni economiche o gli embarghi sono tesi ad infliggere il necessario danno economico ad una nazione per costringerla a cambiare le proprie politiche. I metodi e le tecniche utilizzati nella guerra politica dipendono dalla visione politica e dalla composizione dello stato. La condotta differirà se lo stato è totalitario, autoritario o democratico.[4]

L'obbiettivo ultimo della guerra politica è di cambiare l'opinione dell'oppositore e le sue azioni in favore del proprio stato, senza utilizzare la forza militare. Questa tipologia di persuasione organizzata o coercizione ha anche dei proposti pratici di salvare delle vite, raggiungendo obbiettivi senza l'uso della violenza. Per questo la guerra politica include "l'arte di incoraggiare amicizie e scoraggiare inimicizie, per ottenere aiuto per una causa e provocare l'abbandono dei nemici".[5]

  1. ^ Smith, p. 7.
  2. ^ Smith, p. 3.
  3. ^ Smith, p. 5.
  4. ^ Smith, p. 12.
  5. ^ Codevilla e Seabury, p. 151.

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